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Pieno appoggio all'Alto Rappresentante per la politica estera Federica Mogherini e all'obiettivo di un consolidamento della politica estera e di sicurezza comune. I nuovi scenari della politica internazionale, dall'Ucraina al Medio Oriente e all'Africa, richiedono una presenza credibile dell'Unione europea, basata su azioni concrete e una voce forte e unitaria, a partire dal rafforzamento del ruolo dell'Alto Rappresentante.
E' quanto si legge nelle "Conclusioni" della Conferenza interparlamentare di politica estera, sicurezza e difesa comune, che si è tenuta in Senato giovedì 6 e venerdì 7 novembre, nell'ambito della dimensione parlamentare del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea.
I lavori sono stati aperti giovedì mattina dagli interventi dei presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Nel dibattito sono intervenuti, tra gli altri, l'Alto Rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, i presidenti delle Commissioni Affari esteri e Difesa del Senato e della Camera - sen. Pier Ferdinando Casini, on. Fabrizio Cicchitto, sen. Nicola Latorre e on. Elio Vito - che hanno anche presieduto i lavori.
Palazzo Madama ha ospitato in questi due giorni le delegazioni di 26 Paesi Ue, di 6 Paesi candidati e del Parlamento europeo, per un totale di circa 260 persone. I lavori sono stati trasmessi in diretta dal canale satellitare, dalla webtv e dal canale YouTube del Senato.
Il documento approvato oggi, al termine della Conferenza, sottolinea la necessità di un forte sostegno all'iniziativa europea "Operazione Tritone", destinata a prendere il posto di "Mare Nostrum" nella lotta all'immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani.
Per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente, la Conferenza interparlamentare chiede che riprendano i negoziati per un accordo finale basato sulla soluzione dei "due Stati" - Israele e Palestina - definita "l'unica via per la pace, la stabilità e la riconciliazione".
Esprimendosi sul conflitto ai confini tra Siria e Iraq, la Conferenza esprime la più ferma "condanna delle pratiche orrende di inseminazione forzata, traffico di esseri umani, esecuzioni pubbliche e schiavitù sessuale" e sottolinea la necessità di un forte impegno Ue nel contrastare le milizie dell'Isis, in particolare la propaganda ideologica degli integralisti islamici. Per fare questo, si afferma, occorre incoraggiare le autorità religiose del mondo musulmano a prendere nettamente le distanze dai responsabili delle stragi e degli orrori che si consumano nei territori sotto il controllo delle milizie.
Sulla situazione in Ucraina, viene ribadita la condanna dell'intervento militare russo e dell'"annessione illegale" della Crimea. La Conferenza chiede alla Russia di procedere immediatamente ad un raffreddamento delle tensioni con Kiev, ritirando le sue truppe dal territorio ucraino e rispettandone la piena integrità territoriale. A Mosca viene anche chiesto di "riprendere il ruolo di partner strategico della Ue", in un contesto di pacificazione dell'area.
Una sessione della Conferenza è stata dedicata, questa mattina, alla situazione in Libia. Era prevista la presenza del Capo della missione delle Nazioni Unite, Bernardino León, che però proprio oggi si è dovuto recare con urgenza nel paese nordafricano a seguito della sentenza della Corte suprema che ha annullato il risultato delle ultime elezioni. A questo proposito, la Conferenza sottolinea la necessità che tutti gli sforzi e le risorse siano concentrati a sostenere la ricerca di una soluzione politica, in appoggio al tentativo di mediazione delle Nazioni Unite.
Le delegazioni Ue riunite a Palazzo Madama ribadiscono infine la loro "profonda preoccupazione" per la situazione dei "due militari italiani, cittadini della Ue" detenuti in India da febbraio 2012, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, anche in considerazione delle preoccupanti condizioni di salute di Latorre, e sottolinea la necessità che il caso venga risolto nel pieno rispetto del diritto internazionale, a partire dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos).